Aria del Garda la leggenda

C’era una volta  una cittadina affacciata sulle rive di un lago blu.

Questa cittadina era così piccola ma così piccola che guardandola dall’alto- da un aereo per esempio- sembrava che le piccole casette tutte ammucchiate fossero niente di più di un pugno di noci in una cesta. Tutto attorno alle case, si slanciavano delle alte montagne ricche di boschi e di rocce così taglienti che chiunque passasse di là non poteva che notare il contrasto con le spiagge ondulate e dorate bagnate dalle acque del lago. Sopra la cittadina si ergeva una chiesetta piccola e bianca, ritagliata nella parete rocciosa e così isolata nel nulla che gli abitanti credevano che non esistesse nessuna strada che portasse lassù ma che la chiesetta fosse stata posta là dal Signore stesso.

Nella città abitava la più bella ragazza che si fosse mai vista. Il suo nome era Diletta, o almeno così veniva chiamata perché non c’era persona, uomo o donna che fosse, che non la trovasse piacevolissima di aspetto ma anche così divertente e simpatica che tutti volevano sempre la sua compagnia. Tutti i ragazzi del paese sognavano di riuscire a sposarla ma lei non si lasciava scappare l’occasione per trovare a tutti mille difetti. Uno era troppo estroverso e si vantava dei suoi possedimenti davanti agli amici, l’altro era più moderato ma troppo rozzo e schivo, un altro ancora aveva studiato così poco che pur essendo delicato d’animo metteva errori in ogni frase che pronunciasse..per non parlare poi dei viaggiatori che la corteggiavano e poi non si facevano più vedere per mesi, dei  sognatori troppo romantici ma senza beni per mantenerla e dei ricchi contadini che le facevano dichiarazioni d’amore portandola a spasso per le campagne e riportandola a casa con in regalo una gallina …La bella Diletta si divertiva molto e sapeva stare con tutti ma sognava dell’altro. Finché un giorno stanca di tutto, decise che avrebbe sposato l’uomo che sarebbe riuscito a raggiungere la chiesa sopra il paese e accendere una luce che si potesse vedere così indistintamente cosicché tutti potessero effettivamente constatare che la chiesa era stata davvero raggiunta.

Inutile dire che nessun ragazzo ci riuscì mai. E gli anni passarono … finché questa storia e questa promessa furono quasi dimenticate.

Un bel giorno, o meglio una bella notte, mentre se ne stava affacciata al balcone della sua casa  a guardare il riflesso del lago vide una lucina in lontananza. Era un uomo in groppa a una cavallo che entrava in paese. Procedeva facendosi  luce con una piccola lanterna accesa e , appena vide Diletta, si fermò sotto il balcone della ragazza e le sorrise dicendole “ Buona sera, sa dirmi dove posso trovare un albergo da queste parti?”.

Diletta rise divertita “Non ci sono alberghi qui”. L’uomo sembrava perplesso: “ Non esistono paesi in cui non ci sia almeno una locanda dove dormire, non sapresti davvero aiutarmi?”. Diletta giocherellando con i lunghi capelli mossi e neri gli sorrise e poi gli chiese se avesse fame. E poiché l’uomo era molto stanco e molto affamato decise di scendere e offrigli qualche cosa per cena.

Rientrò quindi in casa, scese le scale, andò ad aprire e quando si ritrovò con l’ospite difronte notò che era alto e slanciato e sotto la luce della tavola sembrava così elegante e ben tenuto che un uomo così affascinante non l’aveva visto mai …

Subito nacque una spiccata  empatia e i due chiacchierarono tutta la sera. Come promesso lei gli preparò la cena e lui la divertì con i suoi racconti fantastici! Era un uomo con un passato entusiasmante, aveva visto terre lontane, viaggiato il mondo e conosciuto gente dappertutto. Cosa facesse esattamente di mestiere, non era molto chiaro a Diletta ma capì subito che lui si intendeva di mare, di stelle e di venti.

Lei, invece, tra le tante cose che raccontò di sé, gli narrò anche dei motivi per i quali non si era mai sposata e che un giorno aveva fatto una promessa che avrebbe sposato l’uomo che avesse trovato la strada per la chiesa sopra al paese, ma che mai nessuno fino a quel giorno ci era riuscito.

Alla fine di una lunga nottata di confidenze, Diletta offrì all’uomo un letto per dormire perché  in quel piccolo pezzo di mondo davvero non c’era nemmeno un albergo!I due si diedero così la buonanott,e con la promessa di ritrovarsi la mattina dopo, nuovamente,  a chiacchierare.

Il problema fu che Diletta si innamorò subito del suo ospite e se ne rese conto fin dall’inizio perché non dormì per tutta la notte e non vedeva l’ora che arrivasse mattina. Ma quando, alle luci dell’alba, si avvicinò al letto che aveva preparato per il suo cavaliere, scoprì con dispiacere che lui se n’era già andato. Delusa e disperata corse per tutto il paese per vedere se magari si fosse fermato da qualche altra parte, in un negozio o in un’altra casa ma niente. Di lui nessuna traccia.

Alla fine scese la sera e poi la notte. E dopo quella notte ce ne furono altre sette, tutte ugualmente tristi per la povera Diletta che piangeva sul balcone annodandosi i capelli e strofinandoli sul viso per asciugarsi le lacrime d’amore. Finché all’ ottava notte, quando ormai se n’era già andata a dormire da un pezzo, un chiasso di voci e di urla la risvegliò dal sonno. Sentì bussare ripetutamente e con foga alla sua porta e alzandosi si precipitò ad aprire per vedere da dove venisse tutto quel chiasso.

Metà del paese si era raccolto vociante sotto casa sua e tutti parlavano e la strattonavano per farla uscire. Quando , tutta frastornata, arrivò sulla strada e guardò in alto,  vide un fuoco accesso nei pressi della chiesa. Era un falò così alto e brillante che sembrava che la chiesetta prendesse fuoco! Diletta con il cuore pieno di felicità e stupore attese fino all’alba, tutti si chiedevano chi fosse riuscito ad arrivare lassù : quello era l’uomo che avrebbe sposato la bella Diletta!

E come lei in cuor suo sperava, alle prime luci si sentì tra gli alberi del bosco un rumore di zoccoli e comparve d’improvviso il suo amore a cavallo. Diletta si precipitò verso di lui e l’abbracciò… finalmente un marito degno di lei! La coppia felice tornò a casa tra gli applausi e complimenti del paese intero.

Dopo qualche tempo il matrimonio si celebrò e tutto sembrava andare per il meglio finché il cuore zingaro del marito di Diletta non cominciò a torturalo. Lui non poteva stare là tutta la vita, era abituato a viaggiare e il paese era troppo piccolo per lui. Fu così che le propose di andare via, di seguirlo e di cambiare la vecchia vita con una nuova. Ma come si poteva fare? Diletta era nata lì e sempre vissuta nel paese, tra quei paesaggi e quei colori…tra quelle spiagge e le piante di agrumi e la dolce brezza del Lago… come poteva abbandonare tutto? Senza più niente di tutto ciò che le era caro e famigliare si sarebbe sentita sola e molto triste.

Fu così che il marito di Diletta, senza darle nemmeno un bacio di addio, una notte se ne andò senza di Lei.

La poverina si svegliò la mattina e disperata lo cercò ovunque, ma come era già successo, non seppe dove fosse andato e non ebbe più notizie di lui per otto mesi.

Passò tanto tempo e ci furono tante tante lacrime.

Una notte stando al suo balcone vide una lucina e un uomo che entrava in paese a cavallo. Diletta si precipitò alla porta, era tornato suo marito! I due si abbracciarono e lei distrutta dal dolore gli chiese dove fosse andato e perché l’avesse abbandonata. Lui abbracciandola stretta, frugò nella tasca e ne estrasse una piccolissima boccetta trasparente con la chiusura dorata. Sopra vi era inciso a caratteri colorati “Aria del Garda” .

“Per otto mesi amore mio ho viaggiato in ogni angolo di questo lago per trovare il modo di imprigionare ogni cosa che ami dentro questa boccetta. Ora che ciò che esiste di più etereo e prezioso di questo angolo di mondo è rinchiuso qui dentro, potrai seguirmi ovunque portando con te un senso di casa”.

Cosa ci fosse racchiuso in quella boccetta, nessuno lo sa veramente. Si sa solo che Diletta se ne andò e viaggiò con suo marito fino alla vecchiaia per tutto il mondo . Quando aveva nostalgia di casa, apriva la boccetta del suo profumo preferito e si sentiva per un attimo sulle rive del suo lago, con i piedi nudi sulla spiaggia e i capelli liberi coccolati da quel vento che profuma, ancora oggi, di limone.

(Alessia Tagliaferri)

ariadelgarda@gmail.com
Aria del Garda la leggendaultima modifica: 2017-07-04T12:02:32+02:00da fioriepensieri
Reposta per primo quest’articolo